All’inizio fu una storia di «attrazione», «le tipiche scappatelle tra due amanti… ricordo una volta in albergo a Formia, mentre lei era in vacanza con la famiglia». E al gip Francesco De Falco Giannone, aggiunge quasi con complicità maschile: «Mi creda giudice, era una donna bellissima». Ma il gip non ci sta e gli ricorda i capi di imputazione: la leadership del gruppo Dell’Accio costruita grazie ai favori della convivente semiclandestina, che avrebbe potuto quanto meno bloccare le procedure amministrative che sottendevano alle forniture date alle aziende «di famiglia». In sintesi, il giudice prova ad inchiodare l’indagato: ma non le sembra strano che lei ordinava alle case madri gli apparati paramedicali prima ancora che l’Asl chiudesse le pratiche? «Da un punto di vista formale mi sembra una cosa sbagliatissima, non lo metto in dubbio, ma alla fine questa storia mi ha anche danneggiato, sia sotto il profilo economico che da un punto di vista dell’immagine».
Inchiesta coordinata dal pm Valter Brunetti, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, si parte da una ipotesi di fondo: apparecchiature elettromedicali sono state acquistate dalle ditte della famiglia Dell’Accio (che le comprava dalle case madre del nord Italia) in modo esclusivo, grazie a una sorta di escamotage: alcune apparecchiature venivano bollate come infungibili, uniche ed esclusive, quanto basta a sbaragliare il campo da possibili competitor. Un punto su cui la difesa (rappresentata anche dall’avvocato Alfonso Furgiuele, che assiste Loredana Di Vico) promette battaglia, battendo su un punto in particolare: erano i medici (non indagati) a chiedere determinate apparecchiature, indicandone l’unicità, una dirigente amministrativa poteva fare ben poco. Un punto nevralgico del processo, scandito da decine di intercettazioni in cui la donna chiede una sorta di tornaconto, pretendendo che il suo ex amante le intestasse una casa da un milione di euro. A che titolo? Era una contropartita? E cosa risponde l’imprenditore?
«Sì, io le rispondevo che gliela compravo, ma era solo fumo negli occhi, quella era talmente esaurita che non potevo rispondere diversamente, le davo tutte risposte esasperate, pensi signor giudice, che una volta mi ha anche buttato un piatto in faccia, per la storia di questa casa».