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Sofia Loren compie 80 anni: “Sono sempre in gran forma”

20140408_66827_lo2Sarà come la prima volta, assicura: «Provo la stessa gioia e la stessa euforia di sempre». Una pausa, un sorriso, una buona dose di commozione tangibile: «Cannes è casa mia, al Festival sono stata tante volte con i miei film, ho ricevuto il premio come migliore attrice, ho presieduto la Giuria. E in Francia torno sempre volentieri perché è il Paese in cui ho vissuto con mio marito Carlo Ponti…».Sofia Loren racconta le sue emozioni alla vigilia dell’omaggio che il Festival di Cannes, in programma dal 14 al 25 maggio, ha deciso di tributarle: la proiezione speciale di La voce umana, il nuovo film da lei interpretato e diretto dal figlio Edoardo Ponti, la proiezione a ”Cannes Classics” di Matrimonio all’italiana restaurato dalla Cineteca di Bologna e l’attesa masterclass di cui l’attrice sarà protagonista. Per la più grande star italiana di sempre, una carriera leggendaria e due Oscar, sarà l’ennesimo trionfo, un nuovo bagno di folla, la conferma ulteriore del suo mito.
E non solo perché La voce umana, ispirato al celebre monologo di Cocteau (già interpretato nel 1948 da Anna Magnani con la regia di Rossellini) segna il ritorno di Sofia sullo schermo. Evento nell’evento, la Loren compirà il 20 settembre ottant’anni e li festeggerà con l’autobiografia. Intitolato Ieri, oggi e domani come il film di De Sica da lei interpretato (Oscar 1963), il libro uscirà da Rizzoli e conterrà le memorie, le riflessioni, le immagini più significative della vita della diva. Ascoltiamola. 

Ricorda quando mise piede per la prima volta a Cannes?
«E chi se lo dimentica. Avevo 15 anni e non avevo ancora girato un solo film. Erano le mie prime apparizioni in pubblico, mi fotografarono sulla Croisette…».

  Poi, una volta famosa, portò al Festival i suoi film. A quale è più legata?
«Il primo che mi viene in mente è La Ciociara, il capolavoro di De Sica per il quale nel 1961 vinsi il mio primo Oscar. Quello stesso anno lo presentai a Cannes ed ebbi il premio per la migliore interpretazione femminile. In quell’edizione Anthony Perkins vinse come migliore attore per Le piace Brahms». 

Altre partecipazioni legate alle sue emozioni?
«Sono andata sulla Croisette con Il segno di Venere,L’oro di Napoli, Boccaccio 70… ma non potrò mai dimenticare Una giornata particolare di Scola, invitato al Festival nel 1977. Con me c’era Mastroianni, il mio amico fraterno con il quale ho fatto coppia in tredici film. A Marcello è stato dedicato quest’anno il manifesto ufficiale del Festival. Che emozione». 

Ricorda quando la nominarono presidente della giuria?
«Era il 1966 e assegnammo una Palma d’oro ex aequo: a Un uomo, una donna di Lelouch e aSignore e signori di Germi. Fu una bella esperienza che ricordo volentieri». 

Che effetto le ha fatto tornare a lavorare con suo figlio Edoardo, che l’aveva già diretta in Cuori estranei?
«Vuol sapere una cosa? Sul set della Voce umana non ho sentito nulla, tante erano le emozioni che provavo dentro di me! È la meraviglia della vita che va avanti e sa regalarti sempre nuove sorprese». 

Al di là dell’affetto, che tipo di regista è Edoardo?
«Sensibilissimo e attento, vede tante cose. È nato con il cinema ed è tagliato per fare il suo mestiere. In più ha un ottimo carattere. Lui e io andiamo molto d’accordo». 

Nel film, lei è una donna abbandonata dall’amante…
«Sì, ed è una bellissima storia… Sono stata contenta di averla interpretata con il mio accento napoletano. Pensi che fu proprio la visione del film con Anna Magnani a farmi decidere da ragazzina che avrei fatto l’attrice». 

Cosa dirà nella lezione di cinema che terrà a Cannes?
«Non ci ho ancora pensato!». 

Come racconterebbe il suo successo ai giovani che oggi vogliono sfondare?
«Non ho mai smesso di sentirmi sotto esame. Ancora oggi, alla mia età e con la carriera che ho alle spalle, sono guidata dall’ansia di fare bene, ho sempre voglia di imparare. Mi pongo tante domande, mi rimetto in questione. È l’amore per il cinema, anzi per la vita stessa, ad impormelo». 

Come definirebbe la sua vita?
«Meravigliosa, straordinaria in tutti i sensi. Ho sempre visto le cose in positivo. E non ho ancora smesso». 

Lei è tuttora un sex symbol, cos’è che la tiene in forma a 80 anni?
«Il fatto di essere una persona semplice, aperta alle cose belle. Quelle brutte le dimentico e vado avanti». 

Come ha superato il dolore per la morte di suo marito?
«Mantendendo intatto l’amore per lui. Nell’autobiografia ho inserito una foto del 1954, scattata nel momento in cui abbiamo capito di essere innamorati: Carlo mi accarezza lievemente la testa, è un’immagine più esplicita di mille parole. Mio marito mi manca tanto ma è sempre con me. Gli parlo. Con i ragazzi, guardiamo la sua poltrona vuota e ci pare di vederlo arrivare da un momento all’altro». 

Perché ha deciso solo ora di dare alle stampe la sua vita?
«Negli anni passati gli editori me lo avevano chiesto, ma ho pensato che fosse questo il momento buono per tornare indietro nel tempo. Tanto più che ho recentemente trovato una scatola piena di lettere, foto, documenti: il baule dei segreti, che racchiude la favola della mia vita». 

Conosce Brigitte Bardot, che compirà 80 anni otto giorni dopo di lei?
«Anche se ho seguito i suoi successi, non l’ho mai incontrata. Ma ogni anno le ho mandato gli auguri con il pensiero. Lo farò anche questa volta». 

Qual è, Sofia, la più grande qualità che si riconosce?
«L’atteggiamento positivo nei confronti della vita. La mia, facimm’ i corna, è stata ed è ancora bellissima».

Sofia Loren compie 80 anni: “Sono sempre in gran forma”ultima modifica: 2014-05-04T07:41:06+02:00da acristina30
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